Ciclismo Giovanile

 I' A.S.D. Gruppo Ciclisti Soave dal 2016 a deciso di investire sui giovani attraverso varie iniziative che ha dato vita e sviluppato. E' stata creata la scuola di MTB organizzando corsi rivolti hai bambini dai 7 i 12 anni grazie anche alla formazione di maestri attraverso la Federazione Ciclistica Italiana. Con l'Istituto scolativo di Soave e stato fatto nascere il progetto scolastico "Pedala, pedala in sicurezza..." per spiegare ai bambine delle scuole primarie  come si deve pedalare per strada. Il ciclismo è uno sport meraviglioso che si svolge all’aperto, lungo le strade e i bambini devono sapere come destreggiarsi e pedalare in sicurezza”.

 

GUIDO GUARIENTO Presidente dell' ASD GRUPPO CICLISTI SOAVE "Da Presidente sono particolarmente orgoglioso che anche nel nostro territorio i giovani abbiano la possibilità  di avere dei  momenti di aggregazione e di avvicinarsi alla pratica sportiva su due ruote. Questo dimostra come lo Sport sia al centro della vita di ognuno di noi: serve a prevenire e curare le malattie croniche; a sviluppare una visione sociale e a far parte della società; ad abbattere il problema della mobilità e dell’inquinamento. Lo Sport coniuga e declina la nostra vita, sta al singolo decidere il come, alle istituzioni il compito di agevolare la decisione”.

 

Abbiamo pensato che la migliore introduzione di questo pagina sia la pubblicazione dei 10 principi enunciati nella Carta dei Diritti del Bambino nello Sport redatta dall’UNESCO (a Ginevra) nel 1992.

E’ necessario partire da queste basi per mettere nelle condizioni i giovani di avvicinarsi ed appassionarsi al ciclismo.

Diritto di divertirsi e di giocare

I giovani che praticano una attività sportiva dove si gioca e ci si diverte difficilmente l’abbandonano. Quindi come adulti abbiamo il dovere di proporre una attività consona all’età dei giovani che non punti alla prestazione ma all'avviamento alla pratica sportiva.

Diritto di fare lo sport

Diritto di beneficiare di un ambiente sano

I giovani tendono ad imitare il comportamento degli adulti, quindi è fondamentale che gli adulti siano un esempio per i giovani, attraverso comportamenti coerenti con i più alti principi dello sport (fair play, rispetto delle regole ecc..)

Diritto di essere trattato con dignità

E’ indispensabile utilizzare mezzi e metodi di comunicazione che non siano punitivi o frustranti. Questo vale per i tecnici, ma anche per i genitori.

Diritto di essere allenato e circondato da persone competenti

I Direttori Sportivi dei giovani devono avere molte competenze, certamente più dei tecnici che trattano con atleti adulti. Quindi la formazione e l’aggiornamento rappresentano non solo un diritto ma un dovere del tecnico giovanile.

Diritto di seguire allenamenti adatti alle proprie possibilità

E’ compito del tecnico quello di proporre allenamenti commisurati con l’età e con il livello psico-fisico del giovane.

Diritto di misurarsi con giovani che abbiano le sue stesse possibilità di successo

L’organizzazione delle attività per i giovani deve essere tale da garantire che ci sia un confronto tra giovani dello stesso livello, non solo prestativo, ma soprattutto di competenze tecniche.

Diritto di partecipare a competizioni adeguate alla sua età

Questo principio in qualche modo si aggancia al precedente e si amplia considerando anche gli aspetti normativi che regolano l’attività giovanile (tipologia, chilometraggio e tempo di attività)

Diritto di praticare il proprio sport nella massima sicurezza

Questo principio nel nostro sport è inderogabile. Quindi è fondamentale che gli organizzatori attuino tutte le procedure di sicurezza dettate dalle normative e dal buon senso.

Diritto di avere tempi di riposo

Lo sport a livello giovanile deve essere considerato come una piacevole parentesi tra gli impegni scolastici e familiari. Quindi anche il carico di allenamento proposto dal tecnico deve considerare questo tutti gli altri impegni del giovane.

Diritto di non essere un campione

Un grave errore è quello di pensare che i risultati ottenuti a livello giovanile siano il presupposto per diventare un campione. Prima di arrivare all’età adulta un atleta percorre tappe di crescita che possono modificare radicalmente il proprio livello prestativo. Quindi chi opera con i giovani non deve infondere false aspettative e soprattutto non deve trattare i proprio atleti già come “Campioni”.



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